Il 21 febbraio 2025 alle ore 17 vi aspettiamo in Pinacoteca per la conferenza di Andrea Bacchi (Università di Bologna) dal titolo:
Antonio Trentanove: ancora barocco, già neoclassico
Il rapporto di Trentanove con un interlocutore privilegiato e d’eccezione quale fu Felice Giani è ben noto, e a Faenza questo è un dato di assoluta evidenza: basta andare a Palazzo Milzetti per averne conferma. Ma già nella Galleria Laderchi (1794) i due avevano collaborato, quando Giani non era ancora in una posizione così predominante rispetto al collega.
E così, come scriveva Stefano Tumidei nella sua bellissima monografia data alle stampe postuma (2016), «negli undici rilievi coi quali Trentanove partecipa all’impresa, la raffinata economia formale splendidamente racchiusa fra primi piani dominanti (volutamente ‘all’antica’) e allusioni spaziali pittoricissime, appena graffiate con la stecca, fornisce il grado di una temperatura stilistica per nulla superata dagli eventi». In questo brano lo studioso metteva bene a fuoco la specificità di Trentanove, stuccatore sempre ‘pittoricissimo’, il cui linguaggio non sarebbe sembrato datato nemmeno in piena età neoclassica.
E sempre a Tumidei si deve lasciare la parola per descrivere l’anima ancora pienamente settecentesca, sempre un po’ barocca, dello scultore: «l’effetto finale diviene quello di una materia intenerita e molle, da condurre a compimento col solo pennello intinto nello stucco reso infine liquido come vernice, e con pochi occasionali colpi di stecca […] Allo stucco, modellato anche negli ultimi gorghi delle pieghe, conviene ormai stabilmente di trasfigurare in trapassi quasi cromatici il deflusso delle ombre evidenziando certi particolari toccanti: un incarnato, un molle incresparsi dei capelli».
Una mistura tra Barocco e Neoclassico, quella di Trentanove, che ha pochi confronti nell’arte italiana, e che attende ancora di essere pienamente apprezzata da un pubblico più ampio rispetto a quello degli specialisti.
Andrea Bacchi insegna Storia dell’arte moderna all’Università di Bologna, dove dal 2014 dirige la Fondazione Federico Zeri. Dopo gli studi sulla pittura ferrarese del Rinascimento (del 1991 è la monografia su Francesco del Cossa), si è occupato soprattutto di scultura, tanto del Rinascimento (nel 1999 ha curato la mostra di Trento su Alessandro Vittoria) quanto del Barocco (del 1996 è il repertorio Scultura del ‘600 a Roma e del 2000 quello sulla Scultura a Venezia da Sansovino a Canova). Molto numerosi, in particolare, i suoi contributi su Bernini, oggetto delle mostre curate al J.Paul Getty Museum di Los Angeles (2008) e alla Galleria Borghese di Roma (2017).
La conferenza si terrà in Pinacoteca (ingresso gratuito).